Arco, la prefazione
Quella sera, fra patatine fritte e vino rosso, lo conobbi come giornalista con un sogno che molti hanno nel cassetto: diventare scrittore. E ora Ferdinando Manzo quel cassetto l’ha aperto con successo, cominciando la scalata alle classifiche con il suo primo romanzo: “L’uomo che salvò il mondo”. Un salto da una sponda all’altra della scrittura, dalla cronaca giornalistica al romanzo, che ha avuto il suo battesimo in contemporanea al viaggio dell’autore che ha lasciato Napoli per l’Australia.
Un volo dall’altra parte del mondo, che comunque non è niente a confronto del viaggio che Manzo fa compiere ai lettori che decidono di immergersi nella sua prima opera, tutta ambientata in uno scenario apocalittico da post guerra nucleare, e nella seconda, il viaggio di Arco alla ricerca del vortice blu. Una short story pubblicata in inglese, una piccola scommessa che Ferdinando fa insieme alla sua casa editrice, “Sydney School Of arts and humanities”. Un tuffo nel genere fantasy, fra amori infelici e mondi sommersi, che lo scrittore spinge fino all’estremo, abbandonando la sua attitudine alla cronaca per regalare al lettore un’esperienza del tutto differente.
Giornalista professionista, Ferdinando ha mosso i suoi primi passi nella cronaca nera lavorando nella stessa testata dove anche io ho lavorato per anni, Metropolis, ma in un'epoca diversa dalla sua. E, infatti, non è lì he ci siamo conosciuti. È attraverso amicizie comuni che una sera ci siamo ritrovati seduti in un pub a mangiare frittura e bere vino. E a parlare di giornalismo, scrittura, sogni, e viaggi.
Ne è passato di tempo da allora... Ma qualche sogno è diventato già realtà.